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Cappelleria Greco: Una tradizione storica

Sul finire di un rigido inverno e con all’orizzonte una pre-annunciata crisi economica globale, il bis-nonno, Enrico Borsani, ebbe la brillante idea di aprire un negozio per la vendita al dettaglio di cappelli. Correva l’anno 1929.

Non si fermò solo ai copricapo ma allargò la sua offerta alle ombrella, che in quei tempi non erano usa e getta, ma un oggetto di grande artigianato, passando poi ai bastoni da passeggio, ai guanti in pelle e lana, alle sciarpe ed alle cravatte.

Unitamente alla vendita di articoli nuovi vi era anche un servizio di noleggio cappelli. Ebbene si, i cappelli di alta modisteria, che si utilizzavano, e si utilizzano anche oggi, venivano affittati, cosi da soddisfare le esigenze cerimoniali anche delle persone meno facoltose.

La bottega della cappelleria non è sempre stata situata all’angolo tra via L. Cadorna, 20 e via G. Parini, 22.

Questa ubicazione, che è l’attuale posizione del negozio, ha cominciato ad essere la nostra sede nell’anno 1931, originariamente fu inaugurata in C.so Milano, a fianco della panetteria “birulossu”. 

Una particolarità dei primi tre anni di attività, poco risaputa, è il fatto che, il bis-nonno Enrico, aveva ideato un attività originale anche per i nostri tempi.

Su delle grandi poltrone girevoli e reclinabili, foderate di un ricco velluto marrone, gli avventori della bottega potevano farsi regolare la barba ed i cappelli. Quindi, la cappelleria, in realtà all’inizio era una cappelleria-barbiere.

Come vi dicevo in precedenza, con l’arrivo del 1931 ci fu il cambio di posizione, che portò l’attività a subire dei cambiamenti. Venne tolto il lavoro di barbiere e si inserì il commercio al dettagli ambulante, i famosi mercati. Le prime piazze furono Magenta, Busto Arsizio e Legnano. In quegli anni non c’erano i furgoni per ambulanti dei giorni nostri, ed il bis-nonno, amante delle due ruote, unì alla sua bicicletta un carretto, con il quale, caricata la merce, si dirigeva nella piazza del mercato per esporla.

La storia continuò, con non poche difficoltà, portata avanti attraverso i difficili anni trenta ed il tragico periodo della seconda guerra mondiale.

Arrivano gli anni ’50 e con loro il boom economico, a metà di questo decennio, Enrico Borsani passò l’attività ad uno dei figli, Mario Borsani. Il quale diede uno spolvero di gioventù e briosità alla cappelleria.

Per le vie del nostro paese girava l’umbrelee. Con la sua bicicletta, Mario Borsani, girava il paese. In dotazione aveva la sua cassetta degli attrezzi, ben assicurata sul portapacchi,ed andando da cliente in cliente riparava le ombrelle. Potevano essere clienti che lo chiedevano o paesani che vedendolo arrivare richiedevano il suo intervento. Tutti avevano la loro riparazione e il nonno continuava il suo giro un giorno si ed un giorno no.

Ma, da li a poco anni una tragedia avrebbe messo in discussione l’esistenza stessa della “bottega”.

Nel 1962, a causa di un grave malanno, all’età di 33 anni, il nonno Mario morì.

In quel difficile momento entrò in gioco sua moglie, Pisoni Ernestina, mia nonna, la quale prese a sé tutte le responsabilità e con l’aiuto delle figlie condusse le attività portandole nel nuovo millennio.

Durante il mattino c’erano i mercati, nei periodi più intensi se ne facevano anche 7 alla settimana.

Il pomeriggio, si alzava la serranda ed era l’ora della bottega. Per quattro decenni il ritmo delle giornate è stato questo. Io stesso ho imparato il mestiere di commerciante in cappelli proprio lì, in quei pomeriggi tra il retro bottega ed il cortile. Quando, per tenermi buono e impegnato, mi insegnavano a contare i cappelli ed a riordinarli nel giusto ordine di taglie o ad assistere mia nonna in una vendita, dando il resto o mostrando quest’ombrello o quel cappello.

A metà degli anni novanta arriva il momento di un altro cambio generazionale. La nonna Ernesta, decide di lasciare il negozio alla figlia Daniela, mia madre, e il giro dei mercati alla zia Anna.

La zia Anna, Annalisa Borsani, sorella di Daniela Borsani, ancora oggi continua la fiorente attività dei mercati. Ci sono stati dei cambiamenti, si è tornati su alcune piazze lasciate e se ne sono lasciate indietro di infruttifere. Ma il business del commercio è cosi, mutevole.

Tornando alla “bottega”. Nel 1996 dopo un profonda ristrutturazione, Daniela Borsani prende le redini del negozio. Decide di apportare profondi cambiamenti.

Insieme al cappello ed agli accessori di moda vuole proporre capi d’abbigliamento per la donna e per l’uomo.

La scelta è stata vincente. Nel corso degli anni l’offerta si è modellata seguendo il passo dei tempi mantenendo ,al contempo, quell’indole di classicità ed eleganza che sono propri del mondo dei cappelli. Questo perché, è dal mondo dei cappelli che siamo partiti, e pensiamo e vogliamo, che le radici servano per avere i piedi ben saldi per il futuro.

Passano cosi gli anni fino ad arrivare al 2004, anno nel quale io, Nicola Greco e mio fratello, Andrea Mario Greco, entriamo ufficialmente in azienda. Da prima con l’esperienza della vendita e la gestione in negozio a Busto Garolfo e successivamente uscendo “fuori paese”.

Apriamo prima NiAnSy e dopo Il Cappellaio Matto, entrambi nella città di Legnano. Il primo è una jeanseria specializzata in abbigliamento casual per uomo e donna, il secondo una cappelleria classica con un’eccezione moderna, specializzata nel made in italy delle più famose marche. Da Borsalino a Stetson, da Marzi a Christy’s Hats.

Oggi,con l’avvento di internet e del commercio on-line, non è più determinante presidiare le piazze più rinomate per avere successo nelle vendite. Questo ci ha permesso di ritornare alle origini, alla storica bottega del bis-nonno e poter gestire da qui un negozio che guarda al futuro, che vuole cavalcare il futuro, ma con le radici ben piantate quasi ad un secolo fa, quando l’idea di un uomo d’ un altro tempo a dato vita ad un’impresa che ancora oggi è viva.

Nicola Greco